Nella verdissima valle di Canneto ad una altitudine di circa
1030m, nasce uno dei fiumi più belli del centro Italia: Il Melfa. Nel luogo
dove ha origine il fiume era situato un tempio pagano dedicato alla dea Mefi.
La
sorgente del Melfa, sebbene la più conosciuta e ricca d’acqua, è in realtà una
delle tante sorgenti, che in passato formava sotto la chiesa un immenso lago. Dalla
verde valle di Canneto il fiume, si snoda tra monti che precedono il paese di
Picinisco. Paradossalmente,
qui già potremmo dire che il Melfa termina il suo corso. Il fiume è sbarrato da
una diga costruita dall’Enel chiamata Grottacamparo, che ne blocca le acque in un deposito idrico. Le residue acque del Melfa vengono in parte rialimentate da
una sorgente “Lo schioppaturo” in località Ratisca, vicino Picinisco. Il Melfa delle Gole è
sicuramente il tratto piu’ caratteristico che lo qualifica per alcuni aspetti
come fiume alpino. Oggi il fiume è ridotto in uno stato vergognoso, che a
stento raggiunge Atina, ben 30km lontano dalla sua foce. Dal 1953 il Melfa è
stato oggetto di violenze ed abusi quasi mai puniti. Considerato spesso un
oggetto privato, le sue acque sono state più volte deviate, inquinate e
abusivamente sbarrate. La diga di Grottacampanaro ne ha deviato letteralmente
il corso in un altro bacino.Martina Alonzi
Nessun commento:
Posta un commento